Un invito segreto...

Metodologia per la preghiera - Novembre – Dicembre 2009

di Daniela Pipinato e Guido Marangoni

Daniela e GuidoPartiamo dalla fine, da sabato 12 dicembre, penultimo incontro di “metodologia per la preghiera” a Villa Immacolata. Don Federico ci chiede: “Vi andrebbe di scrivere due righe su questa esperienza?”. E così eccoci qua, sul tavolo della nostra cucina a ripercorrere gli incontri che dall'inizio di Novembre hanno riempito in maniera nuova e diversa i sabato mattina. Le nostre bimbe urlano: “Fermi, ci vuole una foto!”. Marta ci mette in posa e Francesca scatta...e ora forza, al lavoro!

Daniela: Guido tu che sei un po' più creativo, pensa a qualche forma simpatica per descrivere questa esperienza...anche perché devo finire una relazione per un incontro, ho la cucina da sistemare, la biancheria da stendere...

Guido: No, no, facciamo così: tu che sei più precisa butti giù una traccia e poi io la integro...devo finire un lavoro, i server da aggiornare e poi mi è venuta in mente un'idea...

(dopo qualche minuto di botta e risposta)

Daniela: ...guarda sarebbe bello scrivere che stiamo litigando per chi scrive l'articolo!

Guido: Grande idea! Scriviamolo dai!

Daniela: Ma che c'entra? Dai fai il serio!

Guido: Beh io dico che invece c'entra! Secondo me la preghiera è dentro alla vita, anche quella di tutti i giorni, anche quando ci becchiamo.

Daniela: Che banalità, ovvio che è dentro alla vita, ma non dirmi che anche il litigio è preghiera! In un certo senso dobbiamo educarci alla preghiera!

Guido: Brava! Belle parole, ma secondo te cos'è la preghiera?

Daniela: E' proprio la prima domanda che ci siamo posti nel percorso proposto a Villa Immacolata...te l'eri preparata, dì la verità?

Guido: No, sinceramente non me la ricordavo neppure come domanda!

Daniela: E allora cosa ti ricordi del percorso che abbiamo fatto? Dai così, a caldo senza pensarci!

Guido: Due cose mi vengono in mente; la prima: la preghiera è un invito segreto! Ricordi l'esempio di come il Signore ci chiama alla preghiera? Come due innamorati che in mezzo a mille persone con uno sguardo, un piccolo gesto, una potente intesa si invitano ad appartarsi. Quante volte da fidanzati, ma anche da sposi abbiamo provato questa sensazione, beh pensarla come invito alla preghiera è proprio potente!

Daniela: E' vero! Anch'io ho pensato ai nostri sguardi...(sospiro)...quando ho sentito l'esempio dei due innamorati! Un invito segreto...che bello! E la seconda che ti è venuta in mente?

Guido: La fantasia!

Daniela: Come la fantasia?

Guido: Sì, non avevo mai pensato alla fantasia come una risorsa per pregare! L'avevo sempre vista come un disturbo alla preghiera, un mezzo utilizzato dalla tentazione per portarci lontano dalla preghiera!

Daniela: E' vero per te la fantasia, per me i pensieri. Cento, mille pensieri mi disturbano quando tento di sostare nella preghiera...

Guido: A chi lo dici! Senti che bello “dalla fantasia sciolta alla fantasia educata”! Io, nelle mie preghiere, ho sempre tentato di frenare la fantasia, di controllare il pensiero, ma non è possibile, anzi è proprio inutile. Una cosa davvero nuova provare a conoscere le ragioni del “vagabondare” del pensiero nei territori del male, invece di tentare (inutilmente) di bloccare il pensiero.

Daniela: A chi lo dici! Senti qua: “Signore TU mi scruti e mi conosci, TU sai quando seggo e quando mi alzo”. Che bello e che fatica! Io ho sempre pensato di pregare facendo un'analisi di tutti i miei comportamenti e pensieri, per migliorarli, modificarli...lo senti? Sono io che faccio tutto! Che voglio controllare anche la preghiera...e non ridere!

Guido: (sorrido)

Daniela: ...e invece senti che meraviglia: “La preghiera è la gioiosa affermazione che Dio conosce tutto e mediante il Suo Amore tutto sarà reso nuovo!”. Ci sforziamo tanto di trovare soluzioni e invece la soluzione è quella di non trovare soluzioni, ma di affidarci, di abbandonarci a Lui! Che c'è? Che hai da guardare?

Guido: Mi piace un sacco quando ci confrontiamo su queste cose! (sospiro)

Daniela: Dai fai il serio!

Guido: Mai stato più serio! Piuttosto, ora tocca a te: dimmi la prima cosa che ti viene in mente!

Daniela: A me è rimasta impressa la figura dell'ape e del miele!

Guido: Cioè? Spiega spiega...

Daniela: Quando abbiamo parlato della meditazione della Parola don Federico ci ha portato un bellissimo esempio. Il polline per essere trasformato in miele deve essere lavorato, con calma e pazienza. Così la Parola di Dio è come il polline. Per trasformarsi in miele deve essere cercata, succhiata, gustata, lavorata con costanza e fedeltà ogni giorno. La cosa che più mi piace è l'atteggiamento dell'ape. L'ape non si fa tante domande se il polline è corretto, se è il polline giusto, se è opportuno e se va interpretato. L'ape prende il polline e lo succhia, lo lavora, lo gusta. E così anche il gustare la Parola ogni giorno, prendere una piccola frase, un piccolo granello di polline e portarlo con sé tutta la giornata, ripetendolo, gustandolo, lavorandolo dentro di noi durante tutta la giornata è un suggerimento e un'immagine proprio bella! E poi è lo stesso polline che trasformato in miele si gusterà nei nostri pensieri, nelle nostre parole, nelle nostre azioni...nella nostra vita.

Guido: Già, molto bella come immagine, ma la parte di “non farsi domande” è un po' difficile da applicare!

Daniela: Eh, a chi lo dici!

Guido: A te lo dico! Siamo io e te! (risata)

Daniela: Ma non riesci a rimanere serio per 5 minuti? A proposito di serietà: della “composizione di luogo” cosa mi dici?

Guido: La composizione di che?

Daniela: Lo sapevo che dicevi così! In un incontro abbiamo anche incontrato sant'Ignazio che propone una tecnica di preghiera: la composizione di luogo. Zaccheo che sale su un albero non ti ricorda nulla?

Guido: Mamma mia che esperienza intensa! Guarda trovo che sant'Ignazio sia stato semplicemente geniale, perchè è la prima volta nella mia vita che vedo applicare la fantasia, in tutte le sue potenzialità, per lo scopo più alto: pregare e lodare!

Daniela: E' stato un momento molto forte! Lavorare con le immagini, con la rappresentazione diventa un modo semplice ma molto efficace per vedere e interagire con la Parola!

Guido: Meraviglioso come tutte le rappresentazioni quali per esempio le icone, gli affreschi, le statue, i film, le rappresentazioni teatrali possano aiutare ad “entrare” nella Parola.

Daniela: In quell'incontro Mariele è stata molto brava e coraggiosa a mettersi in gioco nel ricreare la scena di Zaccheo che sale sull'albero per vedere Gesù assegnando a ciascuno di noi un ruolo nella scena! (sorriso) Il fatto che abbia scelto te come Gesù mi fa un po' sorridere, ma allo stesso tempo è anche stata per me una grande sorpresa, un nuovo punto di vista. 

Guido: Non me lo dire! E' stato un coinvolgimento totale. Non avevo mai visto e pensato a quel brano di Zaccheo con gli occhi di Gesù. Quando nella rappresentazione Mariele evitava il mio sguardo, un brivido mi attraversava ogni volta e mi rivedevo quando evito di “guardare negli occhi” Gesù. Mariele scappava da quello sguardo, io scappavo da quello sguardo, ma il Gesù che rappresentavo diceva: “Non aver paura. Non temere. Guardami. Io sono Amore!” Un'esperienza davvero potente...

Daniela: Anch'io dalla mia posizione, dal mio punto di vista ho vissuto un'esperienza davvero forte. Ero un discepolo e da dietro a Gesù vedevo Zaccheo, vedevo Mariele, percepivo l'Amore che ci deve essere stato in quei momenti, in quegli sguardi, in quel pronunciare il mio nome “Daniela, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua!”. Che bello!

Guido: Già, bellissimo! Grandissimo sant'Ignazio!

Daniela: Con lo sguardo stavo ripercorrendo il calendario degli incontri. Nel quinto abbiamo affrontato “la contemplazione”.

Guido: Qui me lo ricordo: il leone!

Daniela: Il leone? Ma che dici?

Guido: Ma dai non ricordi? Lo scultore che lavora un blocco di marmo osservato da un bambino. Quando un grande Leone prese forma il bimbo chiese: “Ma come sapevi che c'era un leone dentro?”

Daniela: Ma certo! Fantastica la risposta: “Sapevo che c'era un leone nel marmo perché prima di vedere il leone nel marmo l'avevo visto nel mio stesso cuore. Il leone nel mio cuore ha riconosciuto il leone nel marmo!”

Guido: Tanto semplice quanto potente! La contemplazione diventa conoscere Dio nel mondo dopo averlo riconosciuto nel nostro cuore e con il nostro cuore. Ricordarmi che la natura nella sua perfezione ha un ministero verso di me, mi fa tanto bene!

Daniela: La natura certo, ma anche il tempo e le persone. Ricordi?

Guido: Sì, persona! Per-sonare, cioè risuonare! Quando riusciamo a far “risuonare” con altre persone un qualcosa, una realtà più grande e potente di quella che noi stessi conosciamo, noi stiamo compiendo il nostro ministero. A volte mi spaventa un po' questa cosa, perché il risuonare è molto più grande di quello che io percepisco visto che non sentiamo il nostro risuonare, ma allo stesso tempo è la prova che risuoniamo qualcosa, anzi qualcUNO che va oltre noi stessi....e così possiamo anche diventare fonte di contemplazione per altri!

Daniela: Beh calmati adesso!

Guido: Si va bene, ma che tu abbia la possibilità di contemplare anche attraverso me...beh mi piace e mi dà anche una grande responsabilità!

Daniela: A proposito di contemplazione...ti ricordi che la contemplazione può essere fatta anche pulendo la cucina e sistemando le camere? Allora forza, abbiamo la casa che è un disastro!

Guido: Per non esagerare posso iniziare dalla contemplazione del melograno in giardino?

Daniela: Guido, per piacere!

Guido: Ok, ok, scherzavo! Prima di chiudere però volevo ringraziare di cuore don Federico e tutti i partecipanti a questo bel percorso. GRAZIE DAVVERO!

Daniela: Anch'io mi unisco ai ringraziamenti e aggiungo un ringraziamento alla Diocesi, perché è proprio bello sapere di avere un'isola di meditazione e preghiera come Villa Immacolata con le porte sempre aperte.

A presto Villa Immacolata!

Daniela e Guido

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