06 screeshotTra i sentieri dei colli

 
di Maria Rosa Brian

Fiducia è la parola che mi porto a casa come souvenir da questa esperienza. L’ho capito l’ultimo giorno entrando nella suggestiva cripta del monastero degli Olivetani sul monte Venda. Scendo le scale per entrare nella piccola cappella e guardo fuori attraverso le finestre ai lati dell’altare: vedo solo cielo e mi sembra di volare. Che forte! Sono scesa eppure sono ancora in alto, anzi la sensazione è di essere ancora più in alto rispetto a fuori. Nonostante la stanchezza e la fatica, l’animo è leggero, gli amici ci sono tutti, tutti un po’ emozionati, felici per un cammino fatto e tristi per un cammino che si conclude.

Ma faccio qualche passo indietro per raccontare questa esperienza fatta di tanti passi.

“Tra i sentieri dei colli” è il titolo di questo trekking che sposa camminata e spiritualità, ma nella mia testa gli cambio il nome in “Su e giù per i colli”, forse perché le colline, anche se non sono monti, di sicuro non sono pianura e ci saranno dei dislivelli da affrontare. Ce la farò? Ce la faranno le mie gambe? Mi posso fidare di loro o mi abbandoneranno? Ma più che le gambe o i piedi è la testa che si deve fidare, che deve convincersi che un passo dopo l’altro si va. E se non ce la faccio? Mi devo fidare che qualcuno mi venga a prendere, o che chi guida le camminate saprà modularle al passo del gruppo. E se rallento gli altri? Se mi perdo? Se a un bivio non mi aspettano? Ancora fiducia posta sugli altri, su mio marito che mi aspetterà e sul gruppo che farà lo stesso.

Ora, a cammino concluso, tutte queste incertezze mi fanno sorridere; ma la prima notte, quando mi sono svegliata prima dell’alba, il pensiero di ciò che mi aspettava al mattino mi metteva ansia e voglia di mollare tutto: “ma perché ho deciso di farlo?” mi chiedevo. Non ho trovato una risposta a questa mia domanda, anzi più camminavo e più me lo chiedevo, più mi interrogavo e meno risposte trovavo.

Poi mi sono detta: fidati e lascia andare. Fidati, non dipende tutto da te, lasciati camminare, non pensare, ascolta, sii orecchio per chi vuole parlare e sii passo con chi vuole camminare. Impara ad aspettare –che difficile farlo! Impara a parlare con chi ti sa ascoltare. Apriti all’altro, passo dopo passo e richiuditi custodendo le confidenze che ti ha regalato. Il cammino unisce, la strada avvicina e ci si racconta, passo dopo passo, ci si apre e ci si scopre, ci si apre sull’altro e ci si dona a vicenda esperienze e pezzi di vita. Magari proprio quei pezzi un po’ sfilacciati, quelli che non mostriamo mai a nessuno. Che strana la camminata, ti fa tirar fuori con perfetti sconosciuti i tuoi lati più nascosti e il miracolo è che i “perfetti sconosciuti” hanno parole come balsamo e sorrisi e sguardi che curano, passo dopo passo diventano compagni di cammino e alla fine dei tre giorni li chiami amici.
Ma torniamo alla sensazione di volare vissuta dentro alla cripta. La fiducia rende il passo leggero, la fiducia mette le ali. Un’esperienza condivisa rende amici; uno sguardo, un sorriso, un abbraccio alleggeriscono l’animo. Celebriamo l’Eucaristia con don Federico a conclusione di questa esperienza. C’è molta commozione: quando si apre il cuore Dio entra ed esce, si moltiplica e si condivide proprio come nel Pane Eucaristico. Guardo fuori e vedo solo cielo, solo azzurro: è l’Infinito che abbraccia la terra.

 

Tags: fede, incontro con Cristo

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